Il calcio è una passione che spesso diventa lavoro, diventa vita. Ma che non smette mai di pulsare, anche nei momenti più tosti e complessi. Perché nella vita, così come nel lavoro, non mancano i momenti complessi. Fanno parte del gioco. Momenti difficili che vanno affrontati a testa alta e con coerenza, facendo certamente i conti con l’amarezza e la delusione per una decisione personale-lavorativa arrivata anzitempo rispetto ai programmi cui mi ero prefissato.

Spero di non aver chiuso un rapporto fra persone che si rispettano. Di averlo interpretato, il rapporto, con passione e grande impegno.

Il calcio è anche questo, saper e dover prendere una decisione, queste sono le sue regole: se lo giochi, se alleni, se lo vivi, devi accettarle. Sono arrivato due anni fa qui alla Nuova Folgore, in punta di piedi ma con grande determinazione. Arrivavo in una società che coltiva sane ambizioni, che voleva crescere, che guarda ai giovani e al suo settore giovanile che vuole ritagliarsi uno spazio sempre più marcato e definito senza fretta e pressioni, vuole provare ad esplorare l’orizzonte dando possibilità ai giovani portandoli al calcio che conta. Eravamo e siamo dilettanti, ma solo di nome non certo di fatto. Abbiamo lavorato, insieme alla società, ai tecnici, collaboratori e ai ragazzi, per dare corpo e forma a questo progetto. Con voglia e grinta.

Un obbiettivo al quale sono chiaramente legato, nel quale ho certamente creduto e che lascio con dispiacere.

Lascio in punta di piedi, non certo per recitare una parte predefinita ma in piena coerenza con il mio essere, essere uomo ed essere allenatore. Nel calcio ci sono spesso decisioni da prendere. Decisioni amare, che pesano. Ma che vanno prese. Questa società mi ha dato tanto e spero anche io di aver contraccambiato a questa idea, e questa filosofia di insegnare in queste due stagioni. Ringrazio tutti dal presidente Bussolari, a Inno, ai dirigenti, segretari nessuno escluso, per la fiducia e il sostegno che mi hanno dato. Per la loro vicinanza. Ringrazio ogni singolo componente tra tecnici e collaboratori partendo da Marrone, Strappato, Jack, il grande amico, consigliere, appassionato mister Bugari, i collaboratori tecnici Barca, Tommy e tutti gli altri con cui ho condiviso qualcosa perché in una società che fa squadra ogni singola pedina è importante, dalla scrivania allo spogliatoio al bordo campo e da fuori.

Ringrazio per ultimo Alessandro Gambini per l’ascolto, la correttezza e stima reciproca, perché in una società che ha come filosofia la linea verde, un contatto stabile tra responsabile e allenatore è fondamentale.

Per ultimo ringrazio i ragazzi, dal primo all’ultimo, che ho avuto il piacere di allenare e che mi hanno seguito in questa avventura fra allenamenti, riscaldamenti di campionato in casa e trasferta, momenti di convivialità e crescita.

C’è il rammarico e la sana cattiveria sportiva che qualunque uomo di calcio prova per un’avventura che si interrompe anzitempo.

Di certo continuerò a seguire il calcio, perché il calcio è come detto la mia passione, ed è parte della mia vita. Di certo spero quanto prima di risolvere e avere chiarezza quanto prima per poter proseguire in questa avventura chiamata calcio.

Auguro a questa società ogni bene e lo faccio al di là di ogni banalità e retorica, di potersi migliorare e crescere ancor di più arrivando con mano a raggiungere obbiettivi e traguardi importanti.

Non è un addio ma un arrivederci.

Luca Guardabassi